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1990

Sono entrato al Liceo Scientifico di Borgosesia nell' Autunno de1 1950. Avevo 13 anni.
La nostra classe era la prima classe "organica" che iniziava il Liceo seguendo alcuni compagni che prima di noi avevano battuto la strada in condizioni più precarie.
Con noi avanzava la "parificazione" della scuola e questo ci permetteva di vivere una atmosfera un po' eccezionale, a metà fra l'avventura e il gioco serio.
Eravamo 10 compagni: Poci, Zanetta, Tamaro, Rivano, Ferraris (Gianni), Ferraris (Luciano), Bacchetta, Loro, Centemero, Lombardi, e anche questo numero limitato fu certamente una occasione privilegiata per vivere quegli anni in un rapporto intenso con i professori e fra noi che ne hanno fatto, almeno per me, un periodo fondamentale e indimenticabile della vita.
Ricordo fra le nostre molte iniziative che decidemmo di fare una bandiera della nostra classe e un distintivo T.P.U., U.P.T., Tutti Per Uno, Uno Per Tutti, che era in qualche modo il simbolo e il programma del nostro Gruppo. Abbiamo studiato molto e bene, e ne fecero fede i buoni risultati alla fine del Liceo conseguiti alla maturità, allora assai più severa dell'attuale, davanti a una Commissione che esaminava anche gli alunni dei licei di Biella e Vercelli.
Alcuni di noi uscirono primi rispetto ai compagni delle altre scuole di più antica tradizione. Ma furono anche anni di libero sviluppo delle nostre personalità con dibattiti intelligenti, divertimenti sani, impegni concreti. Certamente ci aiutò molto il momento storico in cui, passata la fatica più grave degli anni immediati della ricostruzione post bellica, si viveva in una atmosfera sociale molto dialettica, ma intrisa di fiducia e di proiezione sul futuro. Non si avevano ancora tutte le tentazioni, gli stimoli e le opportunità che assediano e affaticano i giovani oggi.
La nostra vita era più semplice perchè oggettivamente più povera e forse più profonda perchè più concentrata.
Avevamo la coscienza di essere dei "privilegiati" a poter studiare, il desiderio di combinare qualcosa di buono e un atteggiamento positivo verso la vita. Fu anche una grande fortuna poter studiare in un ambiente ristretto e sano come quello di un piccolo centro periferico, dove ci conoscevamo quasi tutti e dove non esisteva alcuna schizofrenia fra la vita di scuola, quella di casa, quella del tempo libero.
Penso di dover molto agli insegnanti che ebbi in quegli anni, alcuni dei quali furono per noi veri "maestri" non solo nell'ambito delle loro discipline, ma soprattutto come persone.
L 'amore che ancora oggi nutro e alimento per la filosofia, le lettere, il dibattito sociale e religioso, nonostante i miei studi universitari di Ingegneria e la mia professione di imprenditore tessile, ha il suo fondamento profondo negli anni di liceo e nell'amore alla cultura che alcuni ottimi professori seppero insegnarmi.
Molti anni dopo, nel 1979 si affacciò al Liceo Scientifico di Borgosesia mio figlio Andrea e dopo di lui, distanziati di due anni in due anni, anche gli altri figli Marco e Paolo.
Con temperamenti diversi, in situazioni obiettivamente diverse, senza più quella atmosfera un po' eroica ed avventurosa che aveva caratterizzato i nostri anni, in una scuola molto più larga, con tante sezioni e tanti compagni, anch'essi hanno vissuto però significativi elementi di preziosità che il Liceo di Borgosesia ha mantenuto.
Un certo equilibrio nel vivere gli avvenimenti, una sincera dedizione da parte del corpo insegnanti, un legame autentico almeno fra alcuni compagni, hanno fatto sì che anche i miei figli, oggi tutti usciti dalla secondaria superiore, abbiano interiorizzato un rapporto affettivo ed esistenziale con il loro liceo.
Certamente la dispersione che la società di oggi quasi impone ai giovani ha tolto loro parte di quella grande ricchezza che fu per noi il Liceo come luogo privilegiato di "sintesi" nel nostro sviluppo, ma questo è un inevitabile tributo che tutti paghiamo alla dinamica del nostro tempo.
Quando i miei figli ricoprirono compiti di rappresentanza, di classe o di Istituto, nel Liceo Scientifico di Borgosesia, io ne ebbi intima commozione.
Oggi celebriamo una piccola fetta della storia della nostra scuola; per me è una preziosissima, e non piccola, fetta della mia vita.

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