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2007

Un pezzo del nostro Liceo ha deciso di lasciarci per sempre.

La notizia del tuo addio alla vita mi ha colpito in faccia, dall'altra parte dell'oceano, come uno di quei voti tremendi che solo tu eri in grado di affibbiare, a volte con ironia ma spesso come un vigoroso pugno allo stomaco.

Me lo avevi preannunciato qualche mese. Non volevi fare la fine di Welby, mi dicevi, fuori da un teatro e non capivo come la dolcezza di un balletto di cenerentola ed una mia figlia in braccio, potesse spingerti ad essere così cinico. Ti pregai di smetterla di raccontarmi che presto ti saresti tirato un colpo di pistola, perché una cosa del genere non è poi facile spiegarla ad una bimba di 4 anni. Con il tuo solito piglio deciso mi hai ricordato che eri un uomo di scienza e che avresti deciso tu se e quando porre fine alla tua vita, ma che sarebbe avvenuto presto, perché non volevi assistere alla degenerazione del tuo fisico.

Non accetto il tuo gesto, così come te lo contestai allora, ma rispetto la tua scelta. E soprattutto non la giudico.

L'ultima volta che ci siamo sentiti, la sera prima della prima convention della Confraternita, al mio invito sincero mi hai risposto che eri indisposto ma che non saresti mancato la prossima volta. Con quel tono rauco e severo, mi hai ringraziato quasi felice che mi fossi ricordato di te e che ti avessi raccontato che spesso ti ricordiamo nei nostri amarcord liceali..

Ti incontravo spesso in giro per Novara, certo sofferente per quel bastone che sorreggeva un fisico che non ti permetteva di zappare i tuoi adorati campi od arrampicarti sul Fenera a guidare gruppi di studenti in gite naturalistiche- E che gite, veri e proprio tour de force su e giù per la montagna, che ci restituivano pieni di graffi, stanchi morti e spesso pieni di vino.

Eri un geologo vero, che conosceva molto bene la durezza del mestiere, capace di radiografare flora e fauna della montagna, dall'inizio alla fine. Non mollando mai la presa, con canottiera e fascia da rambo, senza timore di farci correre qualche pericolo, come quella volta che ci hai spediti su una parete di una cava con una boccetta di acido per verificare se fosse proprio quella pietra a reagire alla sostanza chimica.

Votacci che volavano come se piovesse, ad ogni fermata arrivavi in cima ed eri certo di essere rimandato. Ed alla fine della 'gita', l'osteria, dove i meno si trasformavano in più (e viceversa) se dimostravi di saper bere senza esagerare, ma soprattutto di saperti comportare nella vita reale.

Discutibile agli occhi di molti ma tu eri Antonio'. I tuoi voti sono rimasti leggendari. Intere generazioni ti hanno amato, ma anche e, soprattutto, odiato; alcuni hanno pure cambiato scuola perché terrorizzati. Ci punivi, certo con un metodo antico e anche un po' grossolano, ma ci davi la possibilità di recuperare. Ci insegnavi soprattutto a reagire con carattere e a non mollare e ci preparavi, a tuo modo, alla vita reale, con un vigore antico e anche fuori moda, specialmente nell'ambiente austero ed ovattato del nostro liceo. Se tu avessi saputo che ti avrei scritto una lettera di addio, mi avresti mandato a quel paese nel modo e con la voce che tutti noi conosciamo'. e che molti di noi ancora temono'..

Quindi ho pensato di pescare tra i ricordi più piacevoli, come quando hai fatto scoppiare il laboratorio di chimica, hai fatto gonfiare a fiato un polmone di una mucca ad uno studente o, come quella volta che, interrogando una studentessa particolarmente carina, hai usato un metodo discutibile ma leggendario per darle il voto'' in chimica vali 4, il tuo fondoschiena 8, di media fa 6 e vai al posto''' Lo so che ci volevi bene e lo dimostravi magari goliardicamente od in maniera un po' boccaccesca, ma anche noi te ne volevamo; molti mi hanno raccontato di essersi fatti strada in facoltà scientifiche anche grazie a come ci hai insegnato le tue materie'' Mi hai permesso di darti del tu qualche mese fa, non so ancora il perché, ma l'ho considerato il gesto più tenero che abbia ricevuto da parte tua'.. Una volta tanti anni fa, sono venuto a trovarti. A casa non c'eri, ti ho trovato nei campi a zappare una dura terra con quella forza pazzesca che avevi nelle braccia. Ti ho accompagnato a casa tua dove mi ha colpito un ordine quasi militaresco delle tue cose, quasi un film di altri tempi. Sul tavolo decine di matite lasciate sui banchi di scuola da studenti distratti, perfettamente allineate ed appuntite, in ordine di lunghezza' mi hai detto che non sopportavi lo spreco delle cose e che le raccoglievi per riusarle nel tuo lavoro di professore e scienziato'.

Ti vedo stanotte, mentre ti scrivo, seduto su una pietra, in cima ad una montagna, accarezzando i tuoi baffetti, a sghignazzare delle mie parole, attorniato dai tuoi studenti che sono già in cielo' anche se sinceramente non li invidio, perché comincerai a tormentarli nuovamente con ossidoriduzioni e vivisezioni''.

Grazie Antonio' per averci aiutato a diventare uomini'

a nome della confraternita

[Riccardo Cavanna, Presidente della Confraternita]

Anno 1982, classe quinta B. Il primo anno in cui il prof Antonio Calderini arrivò al Liceo come insegnate di scienze. In quell'anno di preparazione alla maturità ci insegnò Geografia Astronomica e, guarda caso, fu una delle materie d'esame; ricordo che il giorno in cui 'uscirono' le materie il Prof. si aggirava per i corridoi con aria soddisfatta e ridendo letteralmente sotto i baffi pronunciava frasi che, adeguatamente depurate, significavano: 'siete tutti fregati!'. Addio caro professore... [Laura Lorio]

Ho purtroppo letto la triste notizia riguardante l'ultimo viaggio del nostro amato Professor Calderini. Io ho finito il liceo nel 1984. [omissis] ho ripensato a me e ai miei compagni: le gite in Valsesia per riconoscere le rocce con l'ingresso nelle cave e la risalita delle giavine, il flacone di Vick Sinex pieno di acido per far reagire il calcare, il martello da geologo sempre in mano. E non si può dimenticare il sorriso sotto i baffetti quando qualche ragazza indossava le gonne corte. Io, lo ammetto, sono 'vittima' dei suoi insegnamenti perchè dopo aver seguito le sue spaventose lezioni non ho potuto far altro che laurearmi in biologia! Mentre frequentavo l'università ancora lo sognavo come incubo ricorrente. Ma l'ho sempre rispettato e ammirato per il suo modo originale di affrontare noi ragazzi, per il suo cuore tenero sotto quella scorza spessissima. Invidiavo i miei compagni 'maschi' perchè avevano con lui un rapporto privilegiato fatto di cene e bevute memorabili! Ho pensato tanto a lui in questi anni, ho parlato molto di lui a persone che non lo avevano conosciuto perchè è stato veramente diverso da tutti gli altri insegnanti: nel bene e nel male, ha lasciato un segno indelebile in tutti gli studenti. Mi chiedevo se fosse ancora a Cavallirio, quanti anni potesse avere''
[Mara Genesi]

Che impressione mi ha fatto apprendere la notizia della scomparsa di Calderini. Mi è spiaciuto molto e sono d'accordo su una cosa: ha tirato fuori il carattere di molti suoi studenti e personalmente lo ringrazio perché il training fatto con lui mi è servito moltissimo, dopo gli studi. Ma è stato la disperazione di molti di più. Coerente fino all'ultimo al suo pensiero: solo i forti meritano di andare avanti. [Paola Rosati]

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